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Parte II.   

La prematura scomparsa del fratello Ferdinando VI (1759), costringe Carlo a ritornare in Spagna assumendo il nome di Carlo Terzo di Spagna e trasferendo la successione al figliolo  Ferdinando, un bambino di 8 anni. Una reggenza, affidata a Bernardo Tanucci, si occuperà del governo fino alla sua maggiore età (16 anni).

Michele Foschini

Ferdinando IV bambino presta giuramento davanti ai baroni ed alla magistratura del Regno.

Michele Foschini

Carlo di Borbone invita Ferdinando IV bambino a sottoscrivere l'atto della sua rinuncia al trono del Regno di Napoli e di Sicilia.

""A Carlo III° si riconosce il titolo di "Buon Re", pur tuttavia a noi piace ricordare che i lavori facevano parte di quel complesso di innovazioni che si stavano realizzando in molte Corti e capitali europee e che miravano a magnificare l'immagine regale piuttosto che a promuovere l'economia reale del paese,  come l'Albergo dei Poveri che nascondeva i poveri, ma non li aiutava in concreto. La politica era praticamente nelle mani del Tanucci, e alla volontà e intelligenza di questi e dei suoi collaboratori si devono le principali innovazioni politiche tra cui la quella anticuriale; mentre Carlo non ha mai avuto comprensione e pietà per Giannone, il Galileo napoletano, impedendogli sempre il ritorno dall'esilio.""

Antonio Joli:

 Partenza di Carlo III vista da terra.

Antonio Joli

Partenza di Carlo III vista da mare. 

Antonio Joli

Altra immagine della partenza di Carlo III da Napoli.

Particolare.

C'è da dire però che Carlo lascia una città decisamente mutata. Grazie alla trasformazione urbana e ai nuovi palazzi Napoli è diventata una delle maggiori e più importanti città d'Europa e ha allacciato con esse rapporti culturali che assorbono ed alimentano le nuove idee ed il pensiero settecentesco.

Michele Foschini  Interno del teatro San Carlo

Giovambattista Vico

Pietro Giannone

Celestino Galiani

 Tra gli intellettuali capaci di raccogliere la lezione di Vico e Giannone ci piace segnalare Celestino Galiani, precursore di una riforma universitaria che porterà all'istituzione della prima cattedra in Europa di "Commercio e Meccanica" (attuale Economia) con lezioni in italiano anziché in latino e affidata ad Antonio Genovesi convinto assertore che i "LUMI" possono apportare interessanti contributi nel commercio e nell'agricoltura, arrivando finanche ad invocare la divisione delle terre e una più equa distribuzione della ricchezza. Tanucci non è tanto lontano da questi suggerimenti, ma gli interessi degli Eletti e dei nobili, che vedono in pericolo i loro grossi profitti, frenano ogni deciso rinnovamento.

Di quella cattedra saranno allievi Domenico Caracciolo, Carlo De Marco, Gaetano Filangieri, Antonio Iorcades, Giuseppe Palmieri, Mario Pagano, Nicola Valletta, Nicola Vivenzio, Giuseppe Maria Galanti, maestro a sua volta di Vincenzo Cuoco; ovvero tutti i grandi nomi della cultura Napoletana del Settecento riformatore.

Tiepolo : Il Mondo Nuovo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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